



L'interesse della CIA per il clima non è nuovo, ma questa partecipazione è significativa per le implicazioni belliche insite nella possibilità di manipolare il clima oltre che la pressione esercitata dai fautori della geoingegneria di quel paese al fine di far avanzare la sperimentazione di queste tecniche, nonostante una moratoria delle Nazioni Unite contro la sua applicazione. (CONTINUA/SIGUE...)
Il progetto analizzerà le varie proposte di geoingegneria, come la manipolazione della radiazione solare e la rimozione dell’anidride carbonica dall'atmosfera; così come si studieranno gli effetti della semina delle nubi ed altri modi per manipolare il clima in modo da provocare la pioggia, la siccità o il controllo degli uragani. Secondo dichiarazioni ufficiali faranno una valutazione tecnica degli impatti di queste tecnologie dal punto di vista della sicurezza ambientale, economica e della sicurezza nazionale. Queste ultime sono le questioni di interesse per la CIA, che in precedenti documenti ha qualificato i cambiamenti climatici e il controllo del clima, come fattori di importanza geopolitica strategica e di sicurezza nazionale. Tuttavia, i repubblicani hanno votato per far scomparire il reparto cambiamenti climatici della CIA, cosa che ha indotto l'agenzia a finanziare l'iniziativa. Le ragioni potrebbero andare molto più avanti, già che il controllo del clima è un progetto militare di vecchia data in quel paese, che ha eseguito esperimenti durante la guerra del Vietnam, provocando piogge per mesi al fine di inondare le coltivazioni e le strade ai vietnamiti. Nello stesso senso, la Forza Aerea Statunitense ha pubblicato nel 1996 un documento intitolato Weather as a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025 (Il tempo come moltiplicatore di forza: Possedere il Tempo nel 2025), il cui titolo , in modo chiaro , riflette le loro intenzioni .
Questi interessi convergono con quelli di un piccolo ma influente gruppo di climatologi e altri scienziati provenienti dai paesi del Nord, i quali sostengono che la geoingegneria è necessaria in quanto non è possibile ridurre rapidamente le emissioni di gas a effetto serra (come se i loro paesi non fossero quelli devono prendere importanti misure per farlo). Oppure, come dichiarato da David Keith, un noto promotore della geoingegneria perché si tratta di un piano economico e facile. (MIT Technology Review, 08/02/2013).
Sì, economico e facile per coloro che hanno causato il cambiamento climatico con il loro consumo eccessivo delle risorse ed una industrializzazione basata sul petrolio, così che invece di ridurre effettivamente le emissioni, potrebbero continuare a riscaldare il pianeta e magari anche fare un affare lucrativo con le nuove tecnologie che manipolano il clima di tutti, aumentando o diminuendo la temperatura a seconda della convenienza degli interessi militari ed economici di coloro che la controllano.
Sotto il termine manipolazione della radiazione solare, l'obiettivo è di ridurre la quantità di luce che raggiunge la terra. Ad esempio, con la costruzione di enormi nubi vulcaniche artificiali, iniettando loro particelle sulfuree. Altre proposte includono lo sbiancamento delle nuvole, oltre alla collocazione di trilioni di specchi nello spazio per riflettere la luce solare o , la più recente, dello stesso David Keith, disperdere con aerei acido solforico sull'equatore perché si mescoli con le nuvole. Nella rimozione di anidride carbonica si includono altre tecniche come macchine o alberi artificiali che assorbono carbonio dall'atmosfera (che tra l'altro non sanno dove poi depositarla perché lì rimanere per sempre). La più conosciuta è la fertilizzazione dell'oceano: versare nanoparticelle di ferro o di urea in mare a causare fioriture di plancton, che trattengano anidride carbonica e la portino a fondo.
Le tecniche di geoingegneria sono solo teoriche, tranne alcune, come la fertilizzazione degli oceani, della quale sono noti gli esperimenti legali e illegali, che hanno mostrato che oltre a non servire il loro scopo - il carbonio non rimane sul fondo del mare - gli impatti possono essere enormi, con rottura della catena alimentare marina, anossia (mancanza di ossigeno) negli strati marini, creando alghe tossiche, ecc.
La geoingegneria, per avere un impatto sul clima globale, dovrebbe essere applicata in larga scala, distruggendo un ecosistema globale poco noto, altamente dinamico ed in interazione con tutta la vita sul pianeta. Non vi è quindi una fase sperimentale. Quello che si fa su scala ridotta non si mostra sul clima globale, anche se potrebbe avere gravi conseguenze negative nella zona o nella regione. E se fatto su larga scala, non è sperimentale, viene eseguito ed è irreversibile.
Per esempio, le nubi vulcaniche artificiali non possono essere rimosse fino a quando le particelle cadono a terra, il che è ( pure ) tossico. Questa tecnica peggiorerà il buco nello strato di ozono e l'acidificazione dei mari, due problemi molto gravi a livello mondiale. Se davvero riusciranno a ridurre la quantità di luce solare che raggiunge il Nord, produrrebbero estrema siccità in Africa e distruzione dei monsoni in Asia, mettendo a rischio le fonti alimentari di 2 miliardi di persone.
Immaginate se la CIA potesse decidere sul termostato globale. La geoingegneria è così rischiosa, sia per i suoi effetti sul clima che per il loro potenziale utilizzo ostile nei confronti di altri paesi, che l'unica cosa sensata è quella di vietarne l'uso a livello internazionale.
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El interés de la CIA por el clima no es nuevo, pero esta participación es significativa, debido a las implicaciones bélicas que tiene la posibilidad de manipular el clima y a la presión que están ejerciendo los proponentes de la geoingeniería en ese país para avanzar en experimentación de esas técnicas, pese a existir una moratoria en Naciones Unidas contra su aplicación.
El proyecto analizará diferentes propuestas de geoingeniería, como manejo de la radiación solar y remoción de dióxido de carbono de la atmósfera; también estudiarán los efectos de la siembra de nubes y otras formas de manipular el tiempo atmosférico para provocar lluvia, sequías o controlar huracanes. Según descripción oficial harán una evaluación técnica de los impactos de esas tecnologías, desde el punto de vista ambiental, económico y de seguridad nacional.
Estos últimos son los aspectos que preocupan a la CIA, que en documentos anteriores ha calificado el cambio climático y el control del clima como factores de importancia geopolítica estratégica y de seguridad nacional. Pese a ello, los republicanos votaron por desaparecer el departamento de cambio climático de la CIA, lo que según la agencia la motivó a financiar esta iniciativa. Las razones podrían ir mucho más allá, ya que el control del clima es un proyecto militar de larga data en ese país, que realizó experimentos ya durante la guerra de Vietnam, provocando lluvia por meses seguidos para anegar los cultivos y caminos de los vietnamitas. En el mismo sentido, la Fuerza Área estadunidense publicó en 1996 un documento titulado Weather as a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025 (El tiempo como multiplicador de la Fuerza: poseyendo el tiempo en 2025), cuyo título ref leja claramente sus intenciones.
Estos intereses convergen con los de un grupo pequeño pero influyente, de climatólogos y otros científicos de países del Norte, que alegan que la geoingeniería es necesaria porque no se puede reducir rápidamente las emisiones de gases de efecto invernadero (como si sus países no fueran quienes tienen que tomar las medidas principales para ello). O, como declaró David Keith, un conocido promotor de la geoingeniería, porque es un plan barato y fácil. (MIT Technology Review, 8/2/2013).
Sí, barato y fácil para los que han causado el cambio climático con su sobreconsumo de recursos e industrialización basada en petróleo, porque en lugar de reducir realmente sus emisiones, podrían seguir calentando el planeta y además hacer un jugoso negocio con nuevas tecnologías que manipulen el clima de todos, para bajar o subir la temperatura según convenga a los intereses económicos y bélicos de quienes las controlen.
Bajo el término manejo de la radiación solar, la meta es disminuir la cantidad de rayos solares que llegan a la Tierra. Por ejemplo, a través de construir enormes nubes volcánicas artificiales, inyectándolas con partículas azufradas. Otras propuestas incluyen blanquear las nubes, colocar trillones de espejos en el espacio para reflejar la luz del sol o la más reciente, del mismo David Keith, dispersar ácido sulfúrico desde aviones en la línea ecuatorial para que se mezcle con las nubes. En remoción de dióxido de carbono se incluyen otras técnicas, como máquinas o árboles artificiales que absorban carbono de la atmósfera (que por cierto no saben dónde depositarán luego para que permanezca por siempre). La más conocida es la fertilización oceánica: verter nanopartículas de hierro o urea en el mar para provocar florecimientos d e plancton, que absorban dióxido de carbono y lo lleven al fondo.
Las técnicas de geoingeniería son solamente teóricas salvo alguna, como la fertilización oceánica, de la cual se conocen experimentos legales e ilegales, que mostraron que además de no servir para su propósito –el carbono no permanece en el fondo de mar– los impactos pueden ser enormes, con disrupción de la cadena alimentaria marina, anoxia (falta de oxígeno) en capas marinas, crear algas tóxicas, etcétera.
La geoingeniería, para tener impacto en el clima global, tendría que aplicarse a mega escala, disrumpiendo un ecosistema global poco conocido, altamente dinámico y en interacción con toda la vida en el planeta. No existe por tanto una etapa experimental. Lo que se haga en pequeña escala no mostrará la acción sobre el clima global, aunque podría tener impactos negativos graves en la zona o en la región. Y si se hace a gran escala, no es experimental, es despliegue y es irreversible.
Por ejemplo, las nubes volcánicas artificiales no se pueden retirar, hasta que las partículas caigan a la tierra, lo cual es tóxico. Esta técnica empeoraría además el agujero en la capa de ozono y la acidificación de los mares, dos problemas globales muy graves. Si realmente lograran disminuir la cantidad de luz solar que llega al Norte, producirían sequía extrema en África y disrupción de los monzones en Asia, colocando en peligro las fuentes alimentarias de 2 mil millones de personas.
Imaginen si la CIA pudiera decidir sobre el termostato global. La geoingeniería es tan riesgosa, tanto por sus efectos climáticos como por su potencial uso hostil contra otros países, que lo único sensato es prohibir internacionalmente su uso.